Per quanto riguarda i profili estrusi in termoplastica, una nuova ricerca di mercato ne descrive l'industria europea (sia che siano flessibili o rigidi sia che abbiano diverda destinazione d'uso) da porte e finestre ad altre applicazioni in fatto di arredo, edilizia, automotive etc.
E proprio il comparto dell'edilizia e dei serramenti impiega il 60% delle plastiche impiegate per i profili estrusi europei: la situazione industriale, in questo modo, vede sì grandi produttori in merito (ad esempio, Veka, Surteco, Profine etc.), ma anche una realtà, soprattutto italiana, di piccole e medie imprese dedite alla realizzazione di questi profili per diversi ambiti e finalità.
In base alla distribuzione dei differenti materiali termoplastici, poi, il 90% dei profili estrusi è composto da PVC, con il 10% rimanente suddiviso tra polistirene, polietilene, tecnopolimeri, compositi legno-plastica ed elastomeri termoplastici.
Tutto questo per un consumo di all'incirca 1,8 milioni di tonnellate all'anno, che, secondo la ricerca, deriva da oltre 900 produttori europei di profili.
Quest'ultimi hanno una suddivisione geografica ripartita in modo che metà della produzione di profili estrusi in plastica sia stabilita in Germania, dove, però, vi è solo un quinto dei trasformatori; allo stesso modo, altri importanti produttori sono Gran Bretagna, Francia e Polonia.
Per quanto concerne l'Italia, essa presenta il maggior numero di impianti produttivi, ma produce solo il 6% dei volumi estrusi; oltretutto il consumo dei profili non si basa solo su finestre in senso stretto ma anche su porte, persiane ed avvolgibili.