In questi giorni è stato multato un cartello su cavi (sotterranei e sottomarini) per energia ad alto voltaggio: sono undici i produttori accusati di pratiche di mercato scorrette, a cui l'UE ha inflitto una sanzione di 300 milioni di euro.
Le aziende accusate di cartello sono: J-Power Systems, Prysmian, ABB, Nexans, NKT, Taihan, Visca, Brugg, LS Cable ed Exsym.
Secondo le accuse mosse, tali aziende si sono messe d'accordo per spartirsi clienti e mercato a livello mondiale, tenendo conto delle aree geografiche a cui appartengono.
Per la Commissione Europea, infatti, le aziende d'appartenza all'Europa riuscivano a mettere le mani su progetti localizzati nel Vecchio Continente; le altre, allo stesso modo, acquisivano commesse della zona a loro interessata.
A questo gioco di spartizione non mancavano scambi di informazione riguardo ai prezzi, in modo da poter dividersi le gare d'appalto.
Il cartello trova i suoi natali nel 1999, per poi proseguire per almeno i dieci anni consecutivi, fino al 2009 con le prime indagini.
L'Unione Europea ha sanzionato pesantemente l'italiana Prysmian, con ben oltre 100 milioni di euro da pagare (circa 67 milioni all'ex Pirelli e circa 37 milioni a Goldman Sachs); alla J-Power System è stato abbonato un 45% della multa per collaborazione, mentre ABB non ha subito sanzioni, avendo rivelato l'esistenza del cartello.