Applied Market Information (AMI) ha redatto una nuova ricerca di mercato in merito al settore europeo della produzione di profili estrusi in termoplastica.
Questi, sia rigidi che flessibil, sono destinati alla realizzazione ed al compimento di persiane, finestre e porte, oltre ad altre applicazioni che riguardano l'edilizia (in campo di recinti e pavimentazioni), l'industria, l'automotive e l'arredo.
La ricerca riporta anche la suddivisione basata sui diversi materiali termoplastici, di cui si osserva il 90% costituito da PVC ed il restante suddivisibile tra polistirene, polietilene, tecnopolimeri, elastomeri termoplastici e compositi legno-plastica (WPC).
Lo studio dichiara un consumo di circa 1.8 milioni di tonnellate annue proprio in profili estrusi, per oltre 900 produttori europei, con una determinata suddivisione geografica: la Germania produce all'incirca la metà dei profili in plastica, con, però, solo un quinto di trasformatori.
Infatti, è l'Italia che presenta il maggior numero di impianti produttivi, ossia il 13% di quelli europei: il problema è che sono solo il 6% dei volumi estrusi; altri Paesi produttori, poi, sono Polonia, Regno Unito e Francia.
Allo stesso modo, l'Italia propone una particolarità anche dal punto di vista del consumo di profili termoplastici, poiché non si concentrano sulle finestre in senso stretto, ma propendono, nel contempo, per porte, persiane ed avvolgibili.
Lo studio, infine, nota che circa il 60% delle plastiche viene destinato alla produzione di profili per serramenti e per l'edilizia, mettendo l'accento sul fatto che è un comparto in mano a grandi produttori; allo stesso tempo, comunque, esiste un'ottima porzione di piccole e medie imprese atte al mercato in questione, una realtà tipica dell'Italia.