Le forme di automazione nell’industria sono diffuse ormai da molti decenni e hanno assunto, nel tempo, configurazioni sempre più complesse e riguardano, senza distinzione, tutti i settori produttivi. Dai tempi dei primi telai meccanici per la produzione tessile ai rudimentali impieghi della forza motrice del vapore, dall’avvento dei motori elettrici a quello dei controllori elettronici lo spazio occupato dalle macchine che, con limitati interventi dell’uomo, sono in grado di svolgere dei compiti produttivi è cresciuto progressivamente.
Già da tempo, però, si è arrivati, in tutto l’Occidente, ad una fase differente in cui le operazioni delegate alle macchine automatiche non stanno più crescendo di numero, ma sta migliorando, invece, la riflessione su come si possa ottimizzare l’impiego di robot, macchine a controllo numerico e trasportatori automatici. In altre parole, chi si occupa di organizzare la produzione sta studiando sempre di più quella che, con un termine giapponese si definisce jidoka, traducibile con un neologismo italiano: autonomazione.
Si tratta di trovare, caso per caso, l’equilibrio migliore tra l’automazione del processo produttivo e l’autonomia del singolo operatore, per ottenere la migliore resa possibile in termini di riduzione dei costi. Il problema, infatti, è che le macchine automatiche sono strumenti che possono essere anche molto complessi e che sono, quindi, molto soggetti a guasti e rotture a cui spesso la manutenzione interna alle aziende più piccole non è in grado di far fronte autonomamente. Se si automatizzano i processi in modo troppo spinto e poco ragionato, infatti, si rischia di avere costosissimi periodi di fermo macchina che si sommano ai notevoli investimenti per l’acquisto delle macchine, causando un disequilibrio dei conti aziendali estremamente pericoloso.
Ecco perché, in moltissimi casi, l’equilibrio migliore è quello di avere, in realtà, macchine automatiche piuttosto semplici, la cui manutenzione sia accessibile alle risorse interne all’azienda e, proprio per venire incontro a questa esigenza, Faizanè propone nel proprio catalogo una serie di componenti per l’automazione industriale affidabili e adatti a diversi tipi di macchine automatiche.
Oleodinamica e pneumatica.
Quando si parla di macchine automatiche, si possono distinguere tre grandi famiglie, in base al sistema con cui viene prodotta la forza necessarie per le operazioni di lavorazione o di trasporto. La prima è quella rappresentata dalle macchine che si basano sui motori elettrici, come la maggior parte delle macchine utensili a controllo numerico per asportazione di truciolo e dei trasportatori a nastro, mentre le altre due categorie di sistemi automatici utilizzano, rispettivamente, la forza dell’olio minerale sotto pressione e quella dell’aria compressa.
Le macchine oleodinamiche sono quelle che, in vario modo, impiegano la forza che può essere trasmessa da un olio minerale sotto pressione per diversi tipi di operazioni, soprattutto nei casi in cui le forze in gioco siano notevoli, ma le velocità di spostamento siano contenute. Un esempio classico di macchina automatica di tipo oleodinamico è rappresentato dalle presse e dalle tranciatrici, in cui la lavorazione avviene con notevole dispendio di forza, ma a basse velocità.
La pneumatica, invece, utilizza l’aria compressa ed è in grado di sviluppare forze più modeste, ma può far raggiungere altissime velocità, come quelle necessarie in alcune lavorazioni di precisione, oltre ad essere impiegata, per il minor costo, in una serie di azionamenti di vario tipo, in cui siano richiesti carichi non eccessivi.
I componenti per l’automazione di Faizanè.
Faizanè non è, con tutta evidenza, un’azienda che abbia come missione quella di fornire macchinari automatici, ma da sempre ci occupiamo di realizzare e commercializzare una serie di componenti che possono essere impiegati sia per costruire i circuiti di forza di apparecchi oleodinamici e pneumatici, sia per eseguirne la manutenzione.
Produciamo in proprio, o rivendiamo se prodotti da altri, tubazioni, raccordi e valvole sia per i sistemi oleodinamici, sia per quelli pneumatici, privilegiando i componenti con maggiore semplicità di impiego e affidabilità, pensando soprattutto alla nostra clientela di piccole e medie aziende diffuse sul territorio.
Nel nostro catalogo troverete, ad esempio, valvole oleodinamiche a due e tre vie, valvole di regolazione a compensazione barica, regolatori di portata, valvole di non ritorno ed esclusori, indispensabili per il circuito di potenza di una macchina automatica oleodinamica, oltre ad un’ampia gamma di elettrovalvole che consentono la realizzazione di circuiti elettro-oleodinamici.
Allo stesso modo commercializziamo valvole per attuatori pneumatici, raccordi e tubazioni adatti a diverse pressioni, sia per il passaggio di aria, sia per quello dell’olio minerale.
In particolare, per i sistemi pneumatici ed elettro-pneumatici, oltre che per le macchine automatiche basate sul vuoto abbiamo una partnership con Camozzi, azienda italiana leader mondiale del settore, per la commercializzazione dei suoi prodotti, anche attraverso la consulenza dei nostri esperti.
I criteri di scelta dei componenti per pneumatica e oleodinamica.
Quando si progetta un sistema automatico con circuiti di potenza basati sull’oleodinamica o sulla pneumatica la scelta dei componenti da impiegare deve essere effettuata tenendo in debita considerazione tre parametri fondamentali: la portata di fluido, le interazioni chimiche e la pressione di esercizio.
Il rapporto tra la quantità di fluido che viene convogliato nell’unità di tempo, cioè la portata, e la velocità media del flusso è, come è noto, rappresentato dalla misura della superficie di passaggio e quindi le regolazione di questo parametro avverrà con la scelta del diametro più adatto per la tubazione e i conseguenti raccordi.
Inoltre, ogni sostanza che attraversa tubi, raccordi e valvole può interagire chimicamente con i materiali di questi componenti corrodendoli e venendo, in ogni caso, contaminata. Per questo motivo è necessario verificare che il prodotto prescelto sia costruito in materiali chimicamente inerti rispetto al fluido operativo previsto.
Infine, nel determinare quale componente sia più adatto per l’applicazione specifica è necessario valutare la pressione di esercizio, ossia la pressione del fluido che attraverserà il prodotto che dobbiamo acquistare. In tutte le situazioni, ma in particolare per i componenti oleodinamici, che sono soggetti a carichi maggiori, è sempre indispensabile controllare la pressione di esercizio riportata tra le specifiche. In ogni caso, comunque, sarà possibile rivolgersi ai nostri esperti per ottenere una consulenza professionale su questi e su tutti i nostri prodotti.